André
attese che la carrozza fosse lontana prima di scoppiare in un incontrollabile
pianto. Per Fersen era così bella, per lui solo e il pensiero che
di lì a poco l'avrebbe stretta tra le braccia lo faceva impazzire.
In quanti sogni l'aveva vista venire da lui come donna e abbandonarsi contro
di lui spaventata e bisognosa di protezione, d'amore..e lui, forte del
suo sentimento, rispondere con passione ai suoi baci caldi e dimostrarle
di quale ardore fosse capace, anche se era di rango inferiore, anche
se non aveva da offrirle che il suo amore disperato ed impossibile. Affondò
il viso contro il cuscino del suo letto soffocando in esso i singhiozzi
e gridando a denti stretti per la gran rabbia. Maledisse il conte di Fersen
non una ma cento volte, quello svedese che voleva togliergli l'unico bene
prezioso che era la sua Oscar, l'unico tesoro che Dio gli aveva concesso
e che dopotutto non era mai stato suo. Pensò che forse Fersen non
avrebbe ugualmente ricambiato l'amore che Oscar gli porgeva, lo sperò,
in cuor suo, ma subito si pentì. Che cuore aveva? Avrebbe forse
preferito vedere Oscar soffrire come lui stava soffrendo? Quello era l'amore
che le portava da sempre? Non sarebbe mai potuta essere felice con lui,
ma col conte di Fersen…oh, con lui sì, era leale, forte ed era un
nobile. Ed era l'amante di sua maestà…Lo colse un nuovo il risentimento,
la rabbia come non ne aveva mai provata e il folle desiderio di uccidere
il conte di Fersen, avesse potuto averlo tra le mani!Di nuovo, però,
il pensiero di Oscar lo fece fremere. Avrebbe dovuto essere felice per
lei nel caso il conte si fosse accorto di quanto la sua Oscar fosse bella
vestita da donna..Forse avrebbe capito di volerle bene, le avrebbe chiesto
di sposarlo, di partire con lui per la Svezia..La sua Oscar non sarebbe
stata sua, non lo era mai stata, avrebbe avuto una casa, un marito nobile,
dei bambini bellissimi e si sarebbero amati, una notte, tutte le notti,
per sempre.
"Ed io,
allora, morirò..Mi ucciderò, sì…Perché l'avrò
irrimediabilmente perduta! "
Il ballo era in pieno svolgimento, di sicuro tutti si stavano chiedendo come mai quella splendida dama simile ad una dea fosse fuggita via tanto repentinamente, sciogliendosi dal caldo, invidiato abbraccio del bellissimo conte svedese. Aveva il cuore che le scoppiava nel petto, Oscar e la vergogna, la paura e la sofferenza le riempivano gli occhi già colmi di lacrime. Un'amica, un'amica era soltanto, per lui, nulla di più. Addio sogni d'amore, di speranza, di felicità tanto a lungo agognata, non aveva più nulla tra le dita se non una gioia che le stava scivolando via con assieme tutte le sue sicurezze se mai ne aveva avute. Almeno avesse avuto la sua spada, si sarebbe potuta strappare via dal petto quel suo debole cuore di donna e gettarlo in quella fontana sulla quale lasciava cadere le sue lacrime. Ti amo, ti amo, Fersen, perché non vuoi capire? Perché nessuno vuole capire? Sono una donna, sono donna, non voglio esserlo, Dio, non voglio amare più, mai più, per tutta la vita, finché muoio, Dio..Fammi essere uomo, te ne prego..Chissà se l'ascoltava o se rideva anch'Egli delle sue debolezze…
André
era sceso nelle stalle quando era stato sicuro che tutti dormissero a villa
Jarjayes, deciso a fare una lunga cavalcata in piena notte, per sentire
il vento attraversargli l'anima e spegnere quella collera che ancora divampava
in lui. Invece di uscire si era poi seduto sulla paglia fresca e si era
ritrovato a parlare con César, accarezzandogli sovente il manto
bianco, lasciando che gli soffiasse sul volto tutto l'affetto per le continue,
amorevoli cure cui ogni giorno, da anni, era sottoposto. "Stiamo
perdendo Oscar, César…La stiamo perdendo…" mormorò, afflitto.
"Il Conte di Fersen non potrà non accorgersi di quanto sia bella
e donna, la stringerà dolcemente e forse…" Non poté continuare,
era troppo doloroso e lui troppo stanco per l'emozione. Neanche se ne accorse,
si addormentò sussurrando il nome di colei che mai le sarebbe appartenuta
e pregò il cielo di sognarla e di saperla, perlomeno, felice. Si
svegliò quando ormai la notte impallidiva, trafitta dal nascere
del sole, di un nuovo giorno uguale da sempre, mentre l'assonnato nitrire
di un cavallo e il rantolo leggero di una carrozza stanca riempiva il silenzio
tutt'intorno. "Oscar.." pensò André saltando in piedi, il
cuore in tumulto. " Sei tu, Oscar.."disse, in un sussurro. Attese col cuore
stretto in una morsa, sapeva con assoluta certezza che Oscar avrebbe aperto
la porta della stalla e sarebbe corso da lei. Erano come fratelli, un tempo,
si dicevano tutto! Gli avrebbe detto che Fersen l'aveva stretta a sé,
che l'aveva baciata, che l'aveva chiesta in moglie, che..Un singhiozzo
gli parve una leggera risata gioiosa. Era talmente disperato da non sentire
che lei lo era quanto lui. "Allora, Oscar…Tu…" non riuscì a continuare.
Oscar gli era corsa incontro, volandogli tra le braccia e stretta al suo
petto era esplosa in pianto. André la tenne stretta, incredulo,
stupito e triste, infine, quando intuì ciò che dovesse essere
accaduto. Le accarezzò i capelli quasi del tutto sciolti, sussurrò
parole dolci contro i suoi capelli color del grano, asciugò più
che poté quelle lacrime. Avesse potuto tenerla così per sempre!
" Perdonami,
André…" gli parve di udire. Perdonarla? Di che cosa doveva perdonarla?
" Non
avrei dovuto vestirmi così..Sono stata una sciocca a credere che…"Tacque,
come se avesse capito d'aver detto troppo e alla persona sbagliata. Ah,
se avesse potuto vedere gli occhi ardenti di lui mentre la consolava, dicendole:
" Eri
bellissima, Oscar. Il conte di Fersen è un idiota a non essersene
accorto..! " Anche lui si arrestò di colpo, forse Oscar avrebbe
capito, sentendo i muscoli tesi allo spasimo, il fiato corto per averla
così attaccata a lui, imprigionata in quelle braccia forti. " E'
già giorno.." le disse sorridendo, allontanandola perché
non sentisse il desiderio che aveva di lei. Le sfiorò la guancia
con le dita. " Va' a cambiarti se non vuoi che svenga la servitù
quando ti vedrà così vestita!"
Oscar
riuscì a sorridere. " Sei un vero amico, André…"
Un amico,
ecco ciò che era per lei, pensò André mentre uscivano
insieme dalle scuderie, senza sapere che le stesse parole Fersen aveva
avute per Oscar. Non sapeva ancora con precisione cos'era successo, ma
mentre Oscar già combatteva per cancellare l'amore per il bel conte,
André sentiva crescere sempre più forte il suo. Averla tenuta
così stretta e avvertito la fragilità del suo essere donna,
aveva acceso in lui la consapevolezza che qualcosa tra loro stesse per
nascere. Impossibile dire quando, ma sapeva all'improvviso che nulla era
perduto e che Oscar era stata creata per lui e lui solo, un giorno, avrebbe
potuto farle sentire l'intensa forza che sprigionava l'amore. " E' freddo.."
le disse, avvolgendole le braccia nude con la sua giacca calda. Oscar
vi si rifugiò sorridendo appena ed insieme al suo amico entrò
nella sua grande villa addormentata.
Fine